Sereo eoi limbte, olifar mosere noibidung fregifis. Resemel, zezetiuop.

20040619

mai

qui c’è un testo sgradevole e scostante, che si chiude in sé stesso e si arrampica in asintoto nonlienare. Io lo so, un foglio appresso all’altro scarta e si spertica, caldo, per parlare freddo perché pare pacato ma brucia per dire. Si deve leggerli ciechi in fiducia se anche si parla di resemel noibidung olifar mosere, me ne scuso ma: così.
Non so se dico a dire che il freddo circonda ed è tutto; ora. Posso spiegare o dispiegare e scrivo che il freddo è nell’assenza di sfide e di doppio, nella sicurezza d’aeroporti e nel copione in deposito. Non posso fare meglio, non voglio, non è necessario, mi creda. So l’estate che viene e pure io a parlare di freddo sono a disagio. Ma rinfresco. Le fotografie che sono hanno le pagine dispari, il testo ha le pagine pari: vanno insieme ma s’incontrano mai.

eoi

20040618


uscio

sere

serico

limbte

finesettimana questo sono firenze amica ma se perdo treno non so vengo. dove incontrate? o forse sbagliato ho data?

20040614


Nell'ammasso di polvere e luccichii che è ora questa città, arriva un'estate di quelle zitte; come stasera il cortile della mia finestra, zitto guardiano di notte di tutto là fuori. Di giorno è tutto vocii e canzoni, sai? Dalle finestre arrivano sempre suoni di vita e pure ora sono suoni di vita questi brusii immobili indietro ai muri. C'è da stare ore a guardare sopra a quei tetti a immaginare chi siano i bagliori di là e l'aria. Ora quasi galleggiano i muri, non lo so, come di una nave. Forse, a scrivere a te mi viene in mente mare o nuotare e mi pare che ci sia acqua di notte e d'estate laddietro. E' fresco e dolce guardare da qui, e c'è tanta vita in questo taglio di mare da abitare e svegli notti e notti e fino al mattino.

20040613

app

tu mi chiami segretamente e io segretamente mi appunto di te per strada. Su un foglietto tenuto nella tasca di dietro dei pantaloni ho scritto *. oggi. Milano è polverosa, siamo tutti con le gote annerite da minatore nella prima afa e le ragazze si razzuffano nella fuliggine da città. Faceva caldo pure, oggi. Forse perché sei fresca; per questo mi sei tornata in mente. Ecco, è che ho voglia di acqua a bracciate lunghe, quelle che faccio nelle mie vacanze a casa alle sette di sera con tutti già a prepararsi per i chiassi di notte. Sì, eri fresca tu oggi, così mi sei venuta. E ora le lascio qui tutte, le parole, che si trovino da sole la strada giusta per dire, fresche.

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