Sereo eoi limbte, olifar mosere noibidung fregifis. Resemel, zezetiuop.

20040619

mai

qui c’è un testo sgradevole e scostante, che si chiude in sé stesso e si arrampica in asintoto nonlienare. Io lo so, un foglio appresso all’altro scarta e si spertica, caldo, per parlare freddo perché pare pacato ma brucia per dire. Si deve leggerli ciechi in fiducia se anche si parla di resemel noibidung olifar mosere, me ne scuso ma: così.
Non so se dico a dire che il freddo circonda ed è tutto; ora. Posso spiegare o dispiegare e scrivo che il freddo è nell’assenza di sfide e di doppio, nella sicurezza d’aeroporti e nel copione in deposito. Non posso fare meglio, non voglio, non è necessario, mi creda. So l’estate che viene e pure io a parlare di freddo sono a disagio. Ma rinfresco. Le fotografie che sono hanno le pagine dispari, il testo ha le pagine pari: vanno insieme ma s’incontrano mai.

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