Sereo eoi limbte, olifar mosere noibidung fregifis. Resemel, zezetiuop.

20050508

dice

Dice Pavese: “Aver scritto qualcosa che ti lascia come un fucile sparato, ancora scosso e riarso, vuotato di tutto te stesso, dove non solo hai scaricato tutto quello che sai di te stesso, ma quello che sospetti e supponi, e i sussulti, i fantasmi l'inconscio - averlo fatto con lunga fatica e tensione, con cautela di giorni e tremori e repentine scoperte e fallimenti e irrigidirsi di tutta la vita su quel punto - accorgersi che tutto questo non è nulla se un segno umano, una parola, una presenza non lo accoglie, lo scalda - è morir di freddo - parlare al deserto - essere solo notte e giorno come un morto”.

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